21/10/1918 - 16/12/1972

Santo Cali è un caso che travalica le misure della letteratura nazionale, un enigma da studiare, da risolvere nel cielo dell'arte e dalla poesia.
Improvvisamente, quasi in punta di piedi, come per un estremo gesto di pudore, lui che dietro l'intransigente e persino provocatoria virutenza della polemica ideologica conservava l'anima tenerissima, il donchischiotte di tutte le battaglie disperate, il piccolo, immenso, timido, impavido, fragile, infaticabile, umile superbissimo Santo Cali nella notte tra il 15 e il 16 dicembre 1972 si era congedato dall'amore di un popolo in Linguaglossa dov'era nato il 21 ottobre del 1918, nella sua casa dove il bracciante e l'artista, il letterato famoso o lo studente povero potevano bussare a tutte le ore e trovare un abbraccio fraterno e un cuore disponibile.
I suoi braccianti, i suoi culatri pastori dello alto Etna conoscevano in lui il militante comunista, il professorino di liceo pronto a scendere in piazza con loro, a guidarli nelle lotte per la terra con la sua parola calda e violenta che gli era valso persino un mandato di cattura, o a rappresentarli nei consessi civici; i suoi studenti di Giarre il docente antiautoritario, democratico e contestatario che aveva abolito il registro e si rifiutava di commentare Virgilio adulatore e imperialista preferendogli magari il vietnamita Vo Van Ai, che li stimolava al dialogo e alla presa di coscienza, e ricordano le visite a Danilo Dolci, o certi incontri con scrittori impegnati, il docente che quotidianamente s'inventava una didattica nuova senza essere un pedagogista e che aveva raccolto religiosamente le loro espressioni letterarie in due straordinarie antologie (Giacinti per il tuo spirito e Tulipano rosso) la prima delle quali aveva avuto il pubblico plauso di Quasimodo.
Pochi sapevano di più, che di sé Santo Cali non parlava mai: sembrava sempre in ascolto degli altri, pronto a raccoglierne il palpito umano e a dare senso e valore a ogni espressione genuina degli altri: sapevano gli amici scrittori e artisti che avevano trovato in lui un animatore, un coordinatore e un valorizzatore secondo quello spirito comunitario ch'era il segno distintivo della sua umanità.

.: la notti longa :.

 

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