santocalì

 

Santo Cali è un caso che travalica le misure della letteratura nazionale, un enigma da studiare, da risolvere nel cielo dell'arte e dalla poesia.
Improvvisamente, quasi in punta di piedi, co­me per un estremo gesto di pudore, lui che dietro l'intransigente e persino provocatoria virutenza della polemica ideologica conservava l'a­nima tenerissima, il donchischiotte di tutte le battaglie disperate, il piccolo, immenso, timido, impavido, fragile, infaticabile, umile superbissimo Santo Cali nella notte tra il 15 e il 16 dicem­bre 1972 si era congedato dall'amore di un popolo in Linguaglossa dov'era nato il 21 ottobre del 1918, nella sua casa dove il bracciante e l'artista, il letterato famoso o lo studente po­vero potevano bussare a tutte le ore e trovare un abbraccio fraterno e un cuore disponibile.

.: la notti longa :.

 

 

Biografia

Santo Calì was born in Linguaglossa, on the slopes of Mt. Etna, October 21, 1918. He studied in Rome, where he received a degree in literature. Having joined the army during W.W.II and a veteran of the Greek front, he devoted himself to teaching (he taught classical literature in high school) and political struggles, siding with day laborers and farmers. He was a city councilman and was even put to trial for his political passion.
His poetic works are: Mungibeddu, 1947; Frati Gilormu, 1966; Canti Siciliani, 1966; Répitu d'amuri pi la Sicilia, 1967; Josephine, 1969; they were later collected in the two volumes entitled La notti longa [The Long Night], published in 1972 by the Centro Studi Santo Calì.
He was also a keen essayist, and has left a vast body of critical work, among which: Folklore etneo [Etnean Folklore] 1959; La pazienza dei contadini [The Patience of Farmers], 1959; Cento lire al giorno per morire di fame [One Hundred Lire a Day to Die of Hunger], 1962; Frate Feliciano da Messina, il Raffaello dei Cappuccini, 1968.
He was included in Mondadori's anthology Le parole di legno. Poesia in dialetto del 900 italiano, 1984, edited by Mario Chiesa and Gianni Tesio.
He died in his Linguaglossa the night between the 15th and 16th of December, 1972....

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La Poetica

 

Dire di una poesia quando essa si determina nei nessi del verso matu­rato dalla materia stessa che lo destina al canto; dire di una poetica che si svolge compiendosi sul tessuto tramato di una narrazione che trova nel dramma la sua estrema sequenza, che dal «fatto» è condizionata e vi si configura per divenirne vi­cenda e dialogo, spettacolo e coro, lamento e preghiera, bestemmia e riscatto; volerne dire in misura parisimile al suo valore effettuale è quanto meno rischioso, soprattutto per la indefinibilità in sé del suo sostanziale ir­riproducibile perdimento che la rende innoverabile in qualsivoglia forma di scrittura liricata. Rischioso perché esemplifichereb­be molto il giudizio critico un riferimento al Calì collocato in quell'aureo filone di provenienza popolaresca che attualmente veleggia per rapidi zefìri sulla geometria di un mediterraneo giullaresco.
La peregrinazione poetica di Santo Calì ha origini remote immemorabili; per quanto il suo ver­so sia oggi scalpellato nel linguaggio del «volgare» idioma parlato delle gen­ti etnee, non può sfuggi­re all'acume di un lettore attento che la composizione nel contesto è dot­ta, l'aggettivazione pregna di timbrature sapienti, la scarna ritmicità armoni­ca inguainata in tonalità di puro sapore ellenico. Qui il Vico ci sovviene all'inverso più che il De Sanctis e il senso crocia­no della poesia si arrove­scia in astratto intelligere: ove si rifletta sul reale decadimento che in Santo Calì — saggista forbito, latinista e greci­sta di sicuro livello, ri­cercatore paziente e stu­dioso del folclore isolano, intenditore e scopritore d'arte figurativa — la poesia si significa quale ul­timo, vero, completo se­gno della sua personalità di scrittore.


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Convegno di Studi

 

Non che di Santo Cali sia stato detto tutto. Ha ragione Manacorda: siamo ancora agli inizi, ma siamo riusciti a "stanarlo", a farlo uscire dal guscio linguaglossese e proporlo come inimitabile poeta del suo "siciliano-turco".

Pur tra il calore delle simpatie è emersa una chiara diversità per la lettura dell'uomo e del poeta. Savoca, ad esempio, ha parlato del suo cuore cristiano, "della sua visione del mondo drammatica e irenica insieme, del martirio di Cristo che continua in ogni uomo, sempre e dovunque, dal Biafra al Viethnam... ", Mineo ha sottolineato invece la matrice marxista di tutta la sua produzione, Toscano, docente, come Cali, nel liceo "Amari" negli anni ruggenti della contestazione, ha richiamato il ruolo del poeta che combatte sulla barricata....

 

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Articoli e Saggi

Catania. La chiamano ancora l'Atene della Magna Grecia. E può darsi che lo sia. Ma a San Cristoforo e alla Civita, che di Catania sono il cuore e il polmone, il sottoproletariato urbano, quando l'agorà è piena, non vocifera più in greco; sacramenta in turco, con accentuate inflessioni levantine.
L'uno, la voce del cervello, macina impietosamente nella tramoggia delle sue atrabilità culturali immagini e colori, volumi e figure, persino cornici di quadri e plinti di statue,- e ne colano giù sentenze che non ammettono né appelli in Cassazione, né ricorsi presso l'alta Corte costituzionale. Per ogni corpo di reato un irrevocabile giudizio; sostituitegli gli oggetti di quel corpo, e solo allora il giudizio potrà modificarsi, in meglio o in peggio, ma sempre con l'attenuante o l'aggravante dei precedenti.irandello morì in un anno particolarmente carico di storici eventi. Egli aveva parlato più di una volta del «piacere della storia».«Nulla di più riposante della storia, signori» aveva esclamato un suo personaggio. «Tutto nella vita si cangia continuamente sotto gli occhi. Nulla v'è di certo. Mentre nella storia tutto è determinato, tutto è stabilito....

 

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Racconti

 

Figura di intellettuale poliedrico Santo Cali. Il suo segno è soprattutto nella poesia, ma si impone anche per la saggistica. E ora ci incontriamo col narratore. E la narrativa è il luo­go di massima tensione nell'ambito della cultura e della lette­ratura creata dai Siciliani - ho sempre ritenuto improprio di­re cultura o letteratura siciliana. E inevitabile che lo scritto­re si confronti e il critico confronti coi grandissimi che hanno costruito dei veri archetipi narrativi: Verga e Pirandello. Le due vie moderne dell'ancoraggio alla realtà e della mediazio­ne ironica muovono da loro e quasi sempre ritornano a loro.
Altro, ma in fondo uguale, problema, in presenza di un autore letteratissimo come Cali, ma contemporaneamente as­sertore di una poetica della popolarità e, quasi, della rustici­tà, quello del rapporto tra le due anime. Sappiamo da tempo che lo stesso dialetto siciliano da lui costruito è abbastanza atipico rispetto al siciliano a cui si pensa immediatamente e comunemente. È una costruzione operata in base alle te­stimonianze dell'uso linguistico dei pastori e dei contadini di Linguaglossa e più precisamente dei pastori etnei della Provenzana. Un dialetto però di cui non si è sufficientemente verificata la corrispondenza reale con quell'uso... "il brutto Cifaro si mise allora a bestemmiare, e lanciava contro ai compagni tutte le imprecazioni del mondo, le gastìme più diaboliche; fruscio maligno, gli diceva, e poi: paramisìa cilestrina e rocca senza bozzo, fontana stagliata e calzoni attaccati a groppo chiano, parole e frasi tremende, che fanno arricciare agli uomini il pelo sulla schiena, e solo poche persone al mondo riescono a capirle quelle parole."

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" ... vivete con la fantasia, siate polemici, la polemica sviluppa lo spirito critico, e vi aiuta a non accettare supinamente e passivamente tutto ciò che vi propinano e vi fanno credere ... Scrollatevi di dosso le inibizioni, siate attivi, vivi, giovani... dissentite con forza e con fermezza da tutto ciò in cui non credete..."

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